Il Caterina da Siena sfila ad Abu Dhabi Dai sacchi dei rifiuti un abito da sposa

Il Caterina da Siena sfila ad Abu Dhabi Dai sacchi dei rifiuti un abito da sposa

L’idea di Aurora, cucita con i compagni, vola alla finalissima di Junk Kouture, concorso di moda sostenibile "Ecco è la mia rivincita dopo anni di nebbia. Ora so cosa voglio fare da grande: la designer"

MILANO

di Simona Ballatore

Dai sacchi della pattumiera può “nascere“ un abito da sposa: a gennaio sfilerà con la sua giovanissima ideatrice ad Abu Dhabi. Non è una favola ma un’impresa nata tra i banchi dell’istituto Caterina da Siena e all’interno del progetto e concorso di moda sostenibile “Junk Kouture“, rivolto alle scuole e ai ragazzi dai 13 ai 18 anni. A proporre la sfida è stata la professoressa Antonella Conte, sostenuta dalla preside Anna Patrizia Nava: "Anche durante la pandemia abbiamo lavorato tanto sul tema - spiega la docente -. Partecipando a Junk Kouture, la manager Brona Dowling ci ha seguito in questo lungo percorso dandoci la possibilità di approfondire e pensare alla sposa del futuro. I ragazzi si sono messi alla prova intrecciando giornali, mascherine, plastica.

Nella finale milanese il Caterina da Siena ha portato cinque abiti tra cui quello di Aurora Covoni, 18 anni. "All’inizio ero completamente a corto di idee - confessa -. Presente il blocco dello scrittore? Mi stavo per arrendere quando ho visto passare il carrello delle pulizie e quel rotolo della spazzatura...". Insieme alle compagne Alessia Sardisco, Desirée Redolfi e Giulia Amici la designer del gruppo ha cominciato a lavorarci su. "E mica è semplice cucire la plastica, ti scappa tutta – sorride -. Abbiamo realizzato un primo modello sul manichino con gli spilli, poi creare pallini intorno al bacino e abbiamo fatto e rifatto l’abito mille volte. Non basta indossarlo, deve durare". Da Milano - dove sono arrivate 10 squadre da tutta Italia - fino ad Abu Dhabi: il suo abito da sposa è stato scelto per la finalissima che si terrà dall’8 al 13 gennaio. Sarà tra i dieci che rappresenteranno l’Italia, dieci ne arriveranno da New York e altrettanti da Londra, da Parigi e dall’Irlanda. Per Aurora questo viaggio ha il sapore del riscatto: "All’inizio quando dovevo scegliere la scuola che facesse al caso mio vedevo la nebbia - racconta -. Ho iniziato a studiare per parrucchiera, dopo tre mesi ho capito che non era per me. Ho saputo che il Caterina da Siena aveva un corso di moda, mi sono iscritta. Ho perso un anno, la pandemia è stata una ’botta’, ma ho ricominciato rimboccandomi le maniche. Questa è la mia rivincita. Adesso so cosa voglio fare da grande: la designer. Sto già pensando all’università". Nella capitale degli Emirati Arabi ci saranno lei, il suo team e anche una buona rappresentanza del Caterina da Siena, accompagnata dalla preside, che ha già acquistato il volo. "Il progetto si inserisce in un quadro: stiamo lavorando molto sulla moda sostenibile - sottolinea -, ci stiamo lanciando anche sul tema delle erbe tintorie, siamo andati in Sardegna con una classe per vedere come si raccolgono e si lavorano. La sperimentazione continua".

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