Un mappamondo letterario


È un po’ come far ruotare un mappamondo e fermarlo dove più ci piace. Guardare la storia letteraria italiana, attraverso le pagine del “Corriere della sera”, vuol dire poter scoprire mondi affascinanti pieni di paesaggi e uomini. Gli studenti Davide Gonzales, Anna Nava, Ivan Poletti (V DG) e Ludovico Albertini, Barbara La Fratta, Johely Sanmartin (IV BG) lo scorso 24 aprile, presso l’auditorium “San Fedele”, hanno potuto viaggiare tra le notizie grazie alla Fondazione “Corriere della sera”. Sul palco, per parlare della letteratura nelle pagine del principale quotidiano italiano, si sono succeduti Antonio Troiano, giornalista del “Corriere della Sera”, responsabile della redazione cultura e direttore dell’inserto domenicale, “la Lettura”, i suoi colleghi Antonio Carioti, Annachiara Sacchi, Alessia Restelli e lo scrittore Fabio Genovesi.

 

 

L’astanteria della cultura

 

Il filosofo Socrate affermando che «esiste un solo bene, la conoscenza, e un solo male, l’ignoranza» aveva già intuito quale sarebbe stato il destino degli uomini: tutti, o quasi, preferiscono scegliere la strada, apparentemente dritta e più semplice, solo per non far fatica. Pochi, invece, scelgono di scalare la montagna, sudando, ma arrivando sull’agognata vetta: quella della cultura, quella che rende liberi.

Il “conoscere” a cui rimanda Socrate non è il semplice sapere, ma è la sapienza, il saper riflettere, giudicare com’è accaduto ad alcuni studenti del “Caterina da Siena” lo scorso 24 aprile, presso l’auditorium “San Fedele”, grazie alla Fondazione “Corriere della sera”. Sul palco, per parlare della letteratura nelle pagine del principale quotidiano italiano, si sono succeduti Antonio Troiano, giornalista del “Corriere della Sera”, responsabile della redazione cultura e direttore dell’inserto domenicale, “la Lettura”, i suoi colleghi Antonio Carioti, Annachiara Sacchi, Alessia Restelli e lo scrittore Fabio Genovesi.

La storia di un pezzo da novanta della carta stampata italiana inizia il 5 marzo 1876. È la prima domenica di Quaresima. A Milano piove dal mattino. Alle nove di sera gli strilloni distribuiscono un nuovo quotidiano. Si chiama “Corriere della Sera” ed è diretto da Eugenio Torelli Viollier (1842 - 1900). Sono state stampate tremila copie con data 5-6 marzo. Il prezzo in città è di cinque centesimi, sette fuori. I redattori sono tre, più un impiegato e un fattorino. Lavorano al numero 77 della Galleria Vittorio Emanuele. Le pagine hanno solo testo e niente immagini.

Quando nel 1900 la direzione passa a Luigi Albertini (1871 - 1941), le vendite aumentano notevolmente. Viene ampliata la parte del giornale con argomenti letterari e artistici dedicandovi l'intera terza pagina. Vi collaborano due famosi letterati italiani: Pirandello e D'Annunzio. Il primo comincia, sin dal 1909, a pubblicare sul Corriere le sue novelle migliori, raccolte poi nei volumi La vita nuda (1911), Terzetti (1912), Le due maschere (1914), mentre il secondo nel 1911-1912 fa stampare Le canzoni della gesta d'oltremare, che costituiranno il IV volume delle Laudi, le Faville del Maglio (1911-1914) e quelle prose Per la morte di due amici (1912) riunite poi nel volume La contemplazione della morte.

Da allora nelle stanze di Via Solferino il rapporto con le humanae litterae non si è più interrotto. Hanno scritto, tra gli altri, Eugenio Montale, Dino Buzzati, Umberto Eco, Giovanni Raboni, Claudio Magris e Pier Paolo Pisolini. Proprio lui riassume in due righe che cosa sia il sapere: «Puoi leggere, leggere, leggere, che è la cosa più bella che si possa fare in gioventù: e piano piano ti sentirai arricchire dentro, sentirai formarsi dentro di te quell’esperienza speciale che è la cultura». Perciò, occorre istruire gli altri e noi stessi, non con un’informazione banale, ma con una formazione seria, una sicura via per scoprire valori comuni e far convivere le differenze in armonia come c’insegna il contrappunto musicale.

di Ludovico Albertini

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