Intervista al professor Luca Serianni


Nuova #Maturità

 

Addio al saggio breve, all’articolo di giornale, al tradizionale tema storico; più spazio per la riflessione e il vaglio delle informazioni. Griglie di correzione nazionali. La nuova prima prova dell’Esame di Stato avrà tre tipologie. Gli ambiti previsti saranno: artistico, letterario, filosofico, scientifico, storico, sociale, economico e tecnologico.

Per la tipologia A, l’analisi del testo, avremo due tracce di due autori diversi, scelti a partire dal periodo storico dell’Unità d’Italia. La tipologia B (tre tracce) consisterà, invece, nell’approfondimento e nella produzione di un tema argomentativo. Si chiederanno un’interpretazione e alcune considerazioni a partire dal documento, che potrà essere un testo compiuto o un estratto da un testo più ampio. Per quanto riguarda la tipologia C (due tracce), il Miur proporrà problematiche vicine alle esperienze degli studenti. Queste e altre novità ci sono state raccontate dal professor Luca Serianni ordinario, per tanti anni, di Storia della lingua italiana e presidente della commissione di esperti, voluta dall’ex ministro Valeria Fedeli, per la preparazione della nuova prova d’italiano.

 

 

Ragionare per essere consapevole

 

Nella Facoltà di Lettere la sua ultima lezione, pubblicata su YouTube, è stata tenuta in un’aula piena, oltre che di colleghi, anche di studenti appartenenti a diverse generazioni, da quelli ormai sessantenni ai ragazzi. Luca Serianni è da anni un punto di riferimento per milioni di persone con i suoi libri e il suo amore verso la parola. Ha insegnato Storia della lingua italiana nell’Università “La Sapienza” di Roma ed è dottore honoris causa dell’Università di Valladolid. Socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, della Crusca e dell’Arcadia, direttore delle riviste “Studi linguistici italiani” e “Studi di lessicografia italiana, si è occupato di vari argomenti di storia linguistica italiana antica e moderna. Ultimamente ha elaborato un documento di lavoro, insieme ad una commissione di esperti voluta dall’ex ministro Valeria Fedeli, per la prima prova scritta della Maturità.

Nuovo esame di Stato e calcio d’inizio il 19 giugno 2019. Che cosa troveranno i ragazzi? «Le due novità che abbiamo voluto introdurre non sono radicali, ma vogliono rendere più razionale e utile la prova, che serve a verificare la maturità e la capacità argomentativa degli studenti. Rimane la tipologia A, l’analisi del testo, con due brani, di altrettanti autori, tra cui scegliere». Sparisce il saggio breve… «Al suo posto ci sarà un testo argomentativo, che comprenderà tre tracce. I ragazzi, partendo da un unico testo per ogni traccia fornito dal Miur, dovranno formulare una tesi e da questa portare avanti un’argomentazione personale. Per la terza tipologia si parte da un ragionamento sull’attualità e s’invita a fare delle riflessioni. Non dovrà essere un discorso a ruota libera, perché abbiamo voluto insistere sulla componente argomentativa. Sarà necessario, quindi, dividere il testo in paragrafi, ciascuno dei quali deve avere un titolo, per fare sì che il discorso abbia una sequenza». Addio anche al tema storico? «La storia è una disciplina importantissima, che attraversa tutte le altre ed è alla base della cittadinanza. Ognuna delle tre tipologie previste potrà toccare anche l’ambito storico e, comunque, la storia è espressamente richiamata in uno degli ambiti della tipologia B. Personalmente sono convinto che, fra le tre tracce, ci sarà sempre quella storica».

Quale obiettivo avete seguito in commissione? «L’obiettivo era verificare meglio la capacità dei giovani di comprendere e argomentare. Le modifiche, comunque, dovranno essere metabolizzate e digerite, perché l’esame di maturità è qualcosa che si deve aggiustare sulla base dell’esperienza; nella scuola non ci sono riforme definitive, si tratta sempre di riforme in corso d’opera. Ritengo molto importante il lavoro sulla comprensione del testo e abbiamo suggerito di usare passi che attingano, ad esempio, dalla saggistica o dagli editoriali giornalistici». Esprimersi e capire quello che si legge è un pallino del professor Serianni, perché mette al riparo dalle fake news e dall’incapacità di distinguere tra propaganda e buona informazione. Se «ci fu data la lingua, sì, per parlare; ma anche i denti per tenerla assiepata», come ricordava lo scrittore Carlo Dossi, è meglio rafforzare le nostre competenze grammaticali per poter sostenere i diritti di cittadinanza.