Al museo per sognare - Museo del Cinema di Torino
Il Museo Nazionale del Cinema di Torino è unico per il ricchissimo patrimonio delle sue collezioni con manifesti, oggetti, spezzoni di film e scenografie. Lo scorso 16 aprile gli studenti del “Caterina da Siena” (classi 2° ARG, 2° BRG, 3° BRG, 3° AG), accompagnati dai docenti Pamela D’Antico, Alex Cayuela, Marilena Fazio, Cristian Infante, Domenico Megna, Daniele Oliveri, Massimo Trizio e Isacco Vasapollo, sono stati affascinati dall’allestimento museale e hanno potuto fare un viaggio multisensoriale nello straordinario mondo della cinematografia.
Al museo per sognare
È una tappa irrinunciabile per gli amanti della settima arte. Inaugurato nel luglio 2000, il Museo nazionale del cinema, ospitato nella Mole Antonelliana, è diventato uno dei più visti di Torino e del Piemonte con oltre nove milioni di visitatori. Ad essi si sono aggiunti, lo scorso 16 aprile, gli studenti del “Caterina da Siena”, (classi 2° ARG, 2° BRG, 3° BRG, 3° AG) accompagnati dai docenti Pamela D’Antico, Alex Cayuela, Marilena Fazio, Cristian Infante, Domenico Megna, Daniele Oliveri, Massimo Trizio e Isacco Vasapollo.
Il ricco e vasto patrimonio di materiali rari e preziosi, circa 1.800.000 le opere conservate, in molti casi pezzi unici al mondo, è stato illustrato da una guida, che ha introdotto i ragazzi in un mondo magico, con immagini, suoni e colori. Lì si può facilmente respirare la storia alternando manifesti, oggetti, spezzoni di film, scenografie grandiose ed evocative, con incursioni nel mondo della grafica. L’allestimento museale si sviluppa a spirale verso l’alto ed è articolato su più ambienti espositivi.
Dopo la sezione dedicata all’archeologia del cinema, ce ne sono altre molto intriganti, ma la tappa obbligata è nell’Aula del tempio, con allestimenti scenografici dedicati ai grandi temi e ai grandi generi del cinema, dall’horror al western, dalla fantascienza alla tragedia romantica. Lo spazio è dominato da due schermi giganti, su cui vengono proiettati spezzoni di diversi pellicole da guardare anche sdraiati.
Se si vuol continuare la “scalata”, però, basta poco, grazie ad una cabina ascensore con pareti realizzate in cristallo trasparente. La sua corsa è senza piani intermedi dalla quota di partenza, a 10 metri di altezza, fino agli 85 del cosiddetto “tempietto”, dal quale si può godere una bellissima vista panoramica sulla città di Torino. I livelli di lettura, insomma, sono diversi e accontentano sia il rigoroso impianto scientifico sia le esigenze di una presentazione spettacolare per riprodurre e giocare con i meccanismi della fascinazione, quel dolceamaro alla base della rappresentazione cinematografica.
Melanie Loprete