Due chiacchiere con Roberto Saviano


Lo studente Ludovico Albertini della IV BG ha incontrato e chiacchierato con lo scrittore Roberto Saviano, durante il firma copie di "Bacio feroce" presso la libreria "Feltrinelli" in Piazza Duomo a Milano, lo scorso 17 dicembre.

 

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Pensieri e parole
di Ludovico Albertini

 Ci sono baci dati, sognati, ricevuti, sospirati. Quello di Roberto Saviano è, invece, un "Bacio feroce", che scava dentro e colpisce, lasciandoti l'amaro in bocca. Tanti ne sono consapevoli e hanno deciso di accettare, comunque, la sfida, anche di domenica. Nella libreria “Feltrinelli”, in Piazza Duomo a Milano, sono già in fila due ore prima del previsto firma copie.

C'è chi viene da Napoli, Cagliari, Bassano del Grappa, solo per lui, per Roberto, come lo chiamano tutti. Altri, gli aficionados, lo seguono in ogni sua uscita pubblica. Una signora, che si segnala per un abito dai colori sgargianti, mi dice:«Di me si ricorderà sicuramente: l'ho visto l'anno scorso ed ero vestita allo stesso modo! È impossibile che mi abbia dimenticata, lui si ricorda di tutte le persone che incontra».

     Il tempo passa e, dopo tante chiacchiere, scattano gli applausi. L'attenzione e i flash ora sono tutti per lo scrittore. Prima della maratona, fino all'ultimo lettore, ciracconta che ha scelto una libreria, non un teatro o un cinema, perché«è lo spazio del tempo» e per un lettore è fondamentale «sapersi prendere del tempo, per dedicarlo alla lettura. In questo mondo frenetico, dove tutti dipendiamo da uno smartphone e dall'essere sempre “connessi”, è importante fermarsi un attimo e prendere in mano un libro, perché si è da soli con un libro, ma non si è mai soli».

La lettura, infatti, ci fa crescere e ogni giorno fa nascre buoni frutti. Se molti contano solo sull'importanza dei fatti, in realtà stanno dimenticando le parole, «l'origine di tutto. Quando si è arrabbiati che cosa si fa? Si dicono parole. Quando si ama? Parole. Quando si è felici per qualcosa? Sempre parole». Quelle parole, ancora adesso, costringono Saviano a viverecon la scorta, perché pubblica libri e le sue frasi vengono lette da moltissima gente.

     Quelle parole sono state importanti pure per Malala, la ragazzina pakistana scampata ad un attentato dei talebani. «Loro, che non temono gli eserciti delle grandi potenze, hanno avuto paura di lei, una semplice quindicenne che desiderava solo studiare, nient'altro! Desiderava solo parole, parole da leggere e da scrivere».

     "Le parole sono pietre", diceva Carlo Levi, raccontando la Sicilia e possono scuotere, come quelle che mi ha rivolto Roberto Saviano, prima del sospirato autografo e dei miei complimenti. Ah, se solo avessi potuto scambiare con lui più parole...

 

 

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Responsabile notizia: Gianpaolo Palazzo